Luigi Lineri: la Casa Museo e il Canto delle 400.000 Pietre di Zevio
A Zevio, in provincia di Verona, si nasconde un tesoro di arte primordiale e un uomo che da oltre 60 anni ne è il custode. Il suo nome è Luigi Lineri e la sua abitazione è una straordinaria casa museo che custodisce quasi mezzo milione di pietre, raccolte una a una dalle rive del fiume Adige.
Questa non è una semplice collezione di sassi, ma un’opera monumentale che Lineri stesso definisce “il canto delle pietre”. Un’installazione ambientale che racconta storie di volti, animali e simboli, scolpiti non dall’uomo, ma dalla natura stessa.

Chi è Luigi Lineri: il Raccoglitore di Storie
Nato nel 1937, Luigi Lineri non si considera un artista nel senso tradizionale del termine. La sua ricerca, iniziata negli anni ’60, lo definisce piuttosto come un “raccoglitore”, un uomo che ha saputo vedere dove altri non vedevano. Passeggiando lungo l’Adige, si accorse che i ciottoli levigati dal fiume rivelavano forme antropomorfe e zoomorfe.
Quella che per molti era una semplice pietra, per lui diventava una testa, un profilo, una “Venere preistorica”. Ha così iniziato la sua incredibile collezione di pietre dell’Adige, un’opera che oggi è considerata un esempio eccezionale di Art Brut e arte ambientale.
La Collezione nella Casa Museo di Zevio: un Popolo Silenzioso
Visitare la casa di Luigi Lineri significa entrare in un altro mondo. Le pietre sono ovunque: ordinate su scaffali che vanno dal pavimento al soffitto, ammassate in stanze intere, composte in installazioni che evocano narrazioni silenziose.
La collezione Lineri è un’enciclopedia di forme naturali:
- Pietre Antropomorfe: Migliaia di volti e profili che sembrano osservarti da un passato remoto.
- Figure Femminili: Ciottoli che ricordano le statuette della fertilità del Paleolitico.
- Forme Animali: Sassi che prendono le sembianze di pesci, uccelli e altri animali.
- Simboli Astratti: Forme che appaiono come lettere di un alfabeto perduto.
L’opera di Lineri è un potente esempio di pareidolia, la tendenza istintiva a riconoscere forme familiari in oggetti inanimati.
Il Significato dell’Opera di Lineri: un Ponte verso la Preistoria
La filosofia di Lineri è tanto semplice quanto profonda: l’arte non è stata inventata dall’uomo, ma solo riscoperta nella natura. Il suo lavoro è un atto di umiltà e di ascolto, un tentativo di recuperare la stessa sensibilità dell’uomo preistorico che, raccogliendo una selce, vi vedeva non solo uno strumento, ma anche un’immagine sacra.
Questo approccio lo collega direttamente al mondo dell’Outsider Art, dove la creatività nasce da un impulso interiore puro, non mediato da accademie o dal mercato dell’arte. (Link Esterno Suggerito: Collection de l’Art Brut, Losanna).
Domande Frequenti su Luigi Lineri
Come si può visitare la casa museo di Luigi Lineri? La casa-museo di Luigi Lineri a Zevio (Verona) è una residenza privata. Le visite sono possibili, ma è fortemente consigliato contattare associazioni culturali locali o il comune di Zevio per informazioni aggiornate su modalità e orari, poiché non segue un’apertura museale standard.
Quante pietre ha raccolto Luigi Lineri? Si stima che la collezione di Luigi Lineri conti oltre 400.000 pezzi, raccolti in più di 60 anni di ricerca lungo le rive del fiume Adige.
L’opera di Lineri è considerata arte? Assolutamente sì. Sebbene Lineri non si definisca un artista, la sua opera è riconosciuta a livello internazionale come un esempio fondamentale di Art Brut, arte ambientale e installazione site-specific.