Allestimenti Narrativi: Quando gli Oggetti Parlano al Pubblico
Allestimenti Narrativi: Quando gli Oggetti Parlano al Pubblico
(Target: Musei, Ecomusei, Associazioni Culturali)
Una teca di vetro può proteggere un oggetto, ma raramente riesce a farlo parlare. Un allestimento museale tradizionale elenca e classifica, ma un allestimento narrativo emoziona, interroga e connette. Baravantan progetta per musei, ecomusei ed enti culturali allestimenti che superano la semplice esposizione per diventare vere e proprie esperienze immersive. Il nostro obiettivo è creare un dialogo tra la collezione, lo spazio e il visitatore.
La Grammatica dello Spazio e degli Oggetti
Per noi, allestire è come scrivere un racconto tridimensionale. Ogni elemento è una parola, ogni sala un capitolo. Il nostro processo creativo si fonda su alcuni principi chiave:
- Lo Spazio come Scenografia: Non trattiamo lo spazio come un contenitore neutro, ma come un attore protagonista che dialoga con gli oggetti, ne amplifica il significato e guida il percorso emotivo del visitatore.
- La Regia degli Oggetti: Come un regista, scegliamo cosa illuminare e cosa lasciare in ombra. Creiamo accostamenti inaspettati, ritmi visivi e pause contemplative, trasformando la visita in un’esperienza di scoperta continua.
- La Voce della Comunità: Negli ecomusei e nei progetti territoriali, l’allestimento diventa uno strumento partecipativo, che accoglie e integra le “piccole memorie” e le storie orali della comunità, come suggeriva l’artista Christian Boltanski con le sue installazioni dedicate alla fragilità del ricordo individuale.





Ispirazioni: dall’Archeologia Critica all’Arte della Relazione
Il nostro faro è Mark Dion, che con le sue “Tate Modern Digs” o i suoi “Cabinets of Curiosities” ha decostruito l’idea di museo come tempio della verità oggettiva. Dion ci mostra che ogni allestimento è un’interpretazione, un punto di vista. Allo stesso modo, i nostri progetti rendono esplicito questo sguardo, invitando il visitatore a una riflessione critica e personale.
Un’altra figura di grande ispirazione è Theaster Gates, artista e urbanista che a Chicago ha trasformato edifici abbandonati in vibranti centri culturali (come la Stony Island Arts Bank), riattivando archivi e collezioni dismesse. Gates dimostra che la valorizzazione del patrimonio materiale può essere un potentissimo motore di rigenerazione sociale e culturale.
Da un’antica collezione di attrezzi agricoli a un archivio fotografico, Baravantan trova la chiave per liberare il potenziale narrativo degli oggetti, trasformando ogni visita in un ricordo memorabile.